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Angelo e Monster Milktruck

febbraio 10, 2011

Angelo e Monster Milktruck.

appunti volanti sul blog

gennaio 25, 2009

Il termine diario in rete ha il suo equivalente  inglese in  ‘web-log (traccia su rete)’,  sintetizzato appunto nell’acronimo blog.
Il primo blog è stato pubblicato il 23 dicembre 1997 da un commerciante americano appassionato di caccia, un certo Jorn Barger, che – cito Wikipedia – decise di aprire una propria pagina personale per condividere i risultati delle sue ricerche sul web riguardo al suo hobby.
Nel 2001 il blog  si è diffuso anche in Italia, grazie anche ai servizi gratuiti offerti da numerosi gestori di blog, come ad esempio, per citarne qualcuno,  Blogger, Splinder, Libero, LiveJournal, e  WordPress. 

Di WordPress esistono  più versioni, una gratuita,  e altre, di livello e prezzo crescente, a pagamento.
La versione gratuita di WordPress,  disponibile peraltro  anche in lingua  italiana, è sostanzialmente un buon programma di pubblicazione guidata,  mediante il quale un neofita può  facilmente creare automaticamente una pagina web  senza conoscere necessariamente il linguaggio HTMl; e però offre al contempo anche una parziale piattaforma di gestione autonoma.
Le piattaforme a pagamento consentono all’utente, che ha le necesssarie competenze,  di creare un blog in piena autonomia.  

L’enorme sviluppo del blog non accenna ad arrestarsi. Esso viene usato ormai da tutti. Infatti, non esiste il blog, ma  tante tipologie di blog: personale (il più diffuso), collettivo, di attualità, aziendale, politico, tematico, directory (raccolta di link su un argomento specifico), e ancora blog che pubblicano, anzichè testi, foto o audio o video, ecc.

Lo scopo  principale di questo articolo  è quello di esprimere qualche opinione o idea maturata in circa due anni di esperienza di blogger; in definitiva,  voglio descrivere come  io vedo  il blog, nella sua concretezza sperimentale ed evolutiva, per i suoi contenuti e le sue potenzialità, per i suoi possibili ruoli.

Il mio hobby preferito è il web. Lo coltivo da un paio di anni,  e  mi auguro di poterlo fare ancora, con l’aiuto del Cielo, fino alla partenza.
Utilizzando solo HTML  e CSS, ho costruito un sito web prevalentemente statico, Un prof, una panchina, in cui ipotizzo una panchina virtuale dove poter chiacchierare con chiunque lo desideri, tenendo presenti due temi di fondo ed un criterio.
h_mantonioni130_93Il primo tema è quello della incomunicabilità sociale dei nostri tempi, genialmente descritto nei suoi film dal regista Michelangelo Antonioni (Ferrara, 29 settembre 1912 – Roma, 30 luglio 2007).
Il secondo tema è questo: a parer mio, è bello tutto ciò che è fatto bene e che piace. Nel sito prendo a prestito ciò che ebbe a dire al h_jrejnolds95_124riguardo Joshua Reynolds (a destra un suo lavoro), pittore dell’800: “la bellezza, di cui tutti siamo alla costante ricerca, è generale ed intellettuale; essa risiede nella mente; l’occhio non la percepisce mai”.
Il criterio è quello della libertà intellettuale, che deve accompagnare ogni nostra ricerca.

Il blog è più duttile e flessibile del sito, e inoltre è  molto più interattivo. I social network puntano sul blog per favorire la comunicazione sociale.
Inoltre il blog, ma anche i forum, sono un ottimo strumento di autocritica.
Infatti, già su questo blog, ho detto che il mio  sito pecca di coerenza, per l’assenza iniziale di una corretta programmazione dei contenuti.  
Ad esempio, non si capisce la presenza di un  modulo di Merceologia alimentare, che sta lì semplicemente perchè lo avevo già disponibile da un  lavoro precedente.
Infine, anche a  livello tecnico, debbo trasformare il sito da pagine web statiche  a dinamiche. Ma il percorso è  lungo: ho imparato il linguaggio PHP; ora sto imparando Javascript studiando  il grosso lavoro open source delle  Google maps. Quindi, ristrutturazione generale sia  dei contenuti del sito che della loro presentazione, per migliorare  blog e sito, per perfezionare il proprio hobby.

 
La grande varietà dei contenuti della  blogosfera non deve poi meravigliare. Si tenga conto che la mente umana, come affermo nel mio articolo, non solo è estremamente complessa (la cosa più complessa dell’ Universo), ma ha  anche la caratteristica di essere specifica per ogni persona, per cui ogni essere vivente è un’ isola a se, irripetibile. Se poi si tiene conto che gli interessi cambiano con l’età,  che ci sono persone capaci di dedicarsi ad un solo hobby in tutta la loro vita, e altre invece che ne hanno parecchi, o che li cambiano, allora non deve meravigliare la sterminata varietà di argomenti presenti nei blog.
Personalmente, ho la tendenza a interessarmi anche di altri hobby per brevi periodi di  tempo, per poi tornare al mio hobby preferito; una specie di  vacanza, distrazione, ed anche un modo per condividere esperienze altrui.

La Cucina! Tutti siamo interessati alla Cucina.

Il sole a tavola
Il sole a tavola

Intanto, noi siamo ciò che mangiamo, nel senso che siamo fatti degli stessi nutrienti che ingeriamo con i cibi, dalla cui buona qualità dipendono in definitiva la nostra salute ed il nostro benessere.
Poi, ad un livello superiore, ci sono i sensi del gusto, dell’olfatto, della vista e del tatto, ed un piatto ben cucinato li deve soddisfare tutti.
Diciamolo pure. Ciascuno di noi, davanti ad un bel piatto, è un poeta inespresso. In definitiva, un Piatto di cucina, se è ben fatto e piace, è bello (volgarizzazione dell’aforisma di Joshua!).

 Ogni blogger è un’isola a se, ci sono tanti argomenti da condividere, e però ci sono ancora altri argomenti di cui dovremmo discutere, ma non in questo post che è già piuttosto lungo, se vogliamo contribuire alla crreazione di una blogosfera più evoluta.

Ora mia moglie, appassionata di cucina e discreta cuoca , ma non interessata al  web, e tanto meno al pc, mi sta chiamando per andare a pranzo.
Spengo il pc, e, avviandomi  verso la stanza da pranzo,  mi appresto coscienziosamente a verificare l’aforisma di Joshua Reynolds.

ricordo una partita di tennis…

gennaio 22, 2009
un doppio mitico

un doppio mitico

Ieri ho ricevuto una telefonata da Cecilia, un’amica che, in anni più verdi, talvolta incontravo quando si andava a giocare  a tennis da Nino, nostro comune amico, e proprietario di un bellissimo campo  in terra battuta.
All’epoca, eravamo  un bel gruppetto. Partite mitiche, accanitissime; se qualche volta non si riusciva  a giocare, comunque si stava lì assieme a chiacchierare, a seguire la partita in corso, o a organizzare  qualcosa, ad esempio una cenetta tra amici.
Insomma, bei tempi. Conservo ancora una foto in cui ricevo da Corrado Barazzuti una coppa  vinta assieme a lui nella finale amichevole di  un doppio di tennis. Quella estate Corrado villeggiava ad Agropoli, dove aveva i parenti di Barbara, la sua fidanzata, e veniva anche lui a Paestum  a giocare a tennis da Nino.
Così un giorno decidemmo quel doppio di tennis. Io giocavo con Corrado,  mentre i nostri  avversari erano Barbara, seconda categoria femminile, ed un impiegato di banca di cui non ricordo più il nome,  molto bravo, anche se dilettante. Insomma, il meno bravo ero io.
Lo ricordo ancora. Perdevamo 3 a 0, perchè entrambi gli avversari astutamente giocavano su di me, ed  io guardavo di sottecchi sia gli amici, che dai gradoni già commentavano e  preparavano gli sfottò di rito, e  sia  Corrado, cui sembrava non importasse un fico secco del risultato che si andava profilando.
Allora, durante una pausa, lo  chiamai in disparte, e gli dissi: “Corrado, guarda che se non fai qualcosa io e te si perde  6 a 0, ma  io quì perdo anche la faccia, perchè tutti sapranno,  a Paestum e anche a  Salerno,  che non sono stato capace di vincere nemeno con Barazzuti!  Però tu non credere  di farla franca. Gli sfottò di quelli (e feci cenno agli amici sornioni seduti  sui gradoni) arriveranno anche all’ EUR, dove tu ti alleni!”.
Capita l’antifona, Corrado reagì subito da campione, dicendomi: “Mettiti a fondo campo, molto a fondo campo, e  rispondi solo con pallonetti lunghi “.
Il pallonetto lungo è una palla alta che termina entro la linea di fondo campo; guai a farlo corto: l’avversario chiude rispondendo con una schiacciata al volo, un forte colpo sulla palla che scende senza aspettarne il rimbalzo.
Corrado, invece, si piazzò a centro campo, proprio all’incrocio delle linee interne del campo. La migliore strategia possibile in quel contesto: Corrado, numero due del tennis italiano (il primo era Adriano Panatta), sarebbe intervenuto su tutte le palle basse di entrambi gli avversari, io solo su quelle alte e lunghe.
Ora, nulla è semplice  nel tennis, neanche il pallonetto. 
Ricordo ancora il mio  primo pallonetto di quella partita. Ero perfettamente consapevole che quel primo pallonetto era decisivo per il buon esito del mio ruolo; nel tennis, è molto importante minare la fiducia dell’avversario al momento giusto! Allora,  stando a fondo campo, ricordo che mi piegai di lato sulle ginocchia,  la racchetta giù fin quasi a sfiorare il rosso della terra battuta,  gli occhi fissi sulla palla che arrivava, attento a prevederne la traiettoria di rimbalzo. Poi, al momento giusto, scattai su con il corpo  e colpii violentemente la palla in top spin. Carica di effetto rotatorio in avanti, la palla terminò la sua parabola appena un palmo prima della linea di fondo campo, e letteralmente  schizzò subito in alto e contro il viso del bancario, che ebbe solo il tempo di evitarla.
Se avessi fallito quel primo pallonetto, non avremmo avuto scampo. Entrambi gli avversari avrebbero giocato solo ed esclusivamente pallonetti su di me; infatti, come tutti sanno, è proprio nelle cosiddette partite di tennis amichevoli che il principio di Machiavelli – ‘il fine giustifica i mezzi‘ – trova la sua massima applicazione!
E’ facile immaginare il seguito della partita. Entrambi gli avversari tentarono, inutilmente,  di passare sui lati  Corrado con lungolinea veloci. E quando ritentarono su di me con i pallonetti, era ormai troppo tardi;  storditi dalle  bordate e dalle volè di Corrado da centro campo, sfiduciati, mi facevano pallonetti poco pericolosi, che io restituivo ai mittenti stando bene attento di farli lunghi e con effetto.  Quasi a fine partita,  disubbidendo a  Corrado, mi permisi persino il lusso di  una palla smorzata, che atterrò dolcemente subito dopo la rete, mentre entrambi gli avversari, aspettandosi invece il solito pallonetto, a piccoli passi veloci arretravano a ritroso verso fondo campo.
Risultato finale: 6 a tre, per noi.

Ma ritorniamo alla  telefonata di Cecilia. Mi dice di essere interessata   ad utilizzare il suo pc, di  cui non sa  assolutamente nulla,  e  però ha tanti amici con i quali vorrebbe mettersi in contatto, ma alcuni stanno parecchio lontano, come  uno a New York, a suo dire  grande esperto di cucina!
Mi chiede cosa ne penso di questa sua idea,  ed io le rispondo di si, tutto bene, e che anzi dovrebbe attivare subito un blog.
A questo punto, mi chiede se sono disposto ad insegnarle ad usare il pc.
Accetto.

Poi ho ripensato a questo fatto del blog, e credo sia il motivo principale per cui ho accettato di darle una mano. Credo anche che l’argomento blog è interessante, e perciò ne parlerò nel prossimo articolo.

Hello world!

aprile 24, 2008

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