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‘Open Government’, nel mondo ed in Italia. n

settembre 26, 2010

Definizione ed origine.

E’  detta ‘Governo aperto’ (Open government) la dottrina secondo la quale gli aspetti dell’ attività del governo e dell’amministrazione statale dovrebbero essere aperti a tutti i livelli ad un reale controllo dei cittadini.

Tale dottrina affonda le sue radici nel periodo dell’ Illuminismo, il grande movimento culturale e filosofico le cui caratteristiche principali  furono  anzitutto la fiducia nella ragione (da “lumi della ragione”, appunto), ma anche l’ affermazione dei principi d’uguaglianza e di libertà.

I fattori che finora si sono opposti all’ esistenza di un  ‘Governo Aperto’ dipendono da  ragioni di Stato e da considerazioni di sicurezza nazionale che legittimano il segreto di Stato; e pertanto comunque si dovrà sempre distinguere ciò che i cittadini hanno diritto di sapere da ciò che invece deve essere tenuto segreto.
Con l’ avvento dell’ informatica, negli ultimi anni  si è molto sviluppato in molti Stati, ma pochissimo in Italia,  una derivazione della suddetta dottrina –  la teoria della ‘Governance Open Source’ – , cioè di applicazioni software  rese disponibili per consentire ai cittadini sia un libero accesso alle notizie dell’ amministrazione e sia la possibilità di un  apporto controllato di propri contenuti., sull’ esempio di Wikipedia.

I recenti sviluppi.

Barack-ObamaLa prima pratica iniziativa di ‘Governo Aperto’ si deve al Presidente degli Stati Uniti d’ America Barack Obama che, in data 21 Gennaio 2009, ha pubblicato nel Federal Register un ormai celebre Memorandum per i Responsabili dei Dipartimenti e delle Agenzie sui temi della  ‘Trasparenza’ e del ‘Governo Aperto’, sfociato poi in data 8 Dicembre 2009 nella nota Direttiva Obama.
In sintesi, il Memorandum afferma tre principi:

  1. Il Governo dovrebbe essere trasparente. La trasparenza  promuove la  responsabilità e fornisce informazioni ai cittadini su ciò che il loro governo sta facendo.
    L’ Informazione  è un bene nazionale. Il Governo,  sfruttando anche le  nuove tecnologie, deve trasmettere le  informazioni rapidamente in forme che il pubblico può facilmente trovare e utilizzare, e simultaneamente sollecitare un pubblico feedback per individuare le informazioni di maggiore utilità per il pubblico stesso.
  2. Il Governo dovrebbe essere partecipativo, cioè dovrebbe stimolare la partecipazione dei privati alle decisioni politiche ed amministrative, in quanto il ricorso all’intelligenza collettiva migliora la qualità delle scelte compiute dalle istituzioni.
  3. Il Governo dovrebbe essere collaborativo, cioè dovrebbe utilizzare strumenti innovativi, metodi e sistemi di mutua collaborazione, a tutti i livelli,  con Organizzazioni non profit, Aziende e persone fisiche nel settore privato, e simultaneamente  dovrebbe sollecitare commenti di pubblico  feedback per valutare e migliorare il livello di collaborazione e individuare nuove opportunità di cooperazione.

I suddetti  tre principi di trasparenza, partecipazione, collaborazione costituiscono la pietra angolare di un governo aperto, e rappresentano i criteri su cui si è mossa la suddetta Direttiva Obama.

Open Data.

Una diretta conseguenza della dottrina ‘Open Government’ è il movimento ‘Open Data’ nella pubblica amministrazione, il cui significato si evidenzia dal seguente passaggio presente nella  Direttiva Obama: « … fin dove possibile e sottostando alle sole restrizioni valide, le agenzie devono pubblicare le informazioni on line utilizzando un formato aperto (open) che possa cioè essere recuperato, soggetto ad azioni di download, indicizzato e ricercato attraverso le applicazioni di ricerca web più comunemente utilizzate. Per formato open si intende un formato indipendente rispetto alla piattaforma, leggibile dall’elaboratore e reso disponibile al pubblico senza che sia impedito il riuso dell’informazione veicolata. »

Tra i risultati della  Direttiva Obama è di notevole interesse la creazione del  portale pubblico Data.gov, lanciato nel maggio 2009, che  raccoglie  tutte le informazioni rese disponibli dagli enti statunitensi ai cittadini statutinensi in formato aperto, e cioè completi (tutti i dati pubblici, eccetto quelli che sono soggetti a valide restrizioni di riservatezza e sicurezza), primari (raccolti alla fonte), tempestiviaccessibilileggibili dai computernon discriminatori (ad es., senza vincolo di registrazione),  non proprietariliberi (senza copyright o brevetto).

Un contributo notevole alla implementazione del movimento ‘Open Data’ è stato dato da Tim Berners-Lee, che al  Ted2009, curato dalla  Fondazione no-profit Sampling – impegnata nel target “idee che vale la pena diffondere” – ,  ha lanciato il messaggio  ‘ Raw Data Now ‘ (Liberate i dati ora).

Tim Berners-Lee è stato uno dei massimi pionieri dell’ informatica. Tra le sue maggiori scoperte: il WEB di cui ha anche coniato originariamente  il nome (World Wide Web);  il primo web-server;  il primo programma client (un browser e un editor);  l’ HTML,   le specifiche iniziali dei protocolli  URL, HTTP e HTML, ecc.

Altre iniziative del tipo di Data.gov sono sorte in InghilterraNuova ZelandaAustraliaGiappone.

La situazione in Italia.

In Italia, una iniziativa molto interessante è quella della Regione Piemonte, dati.piemonte.it, che pubblica tra l’ altro anche un  elenco aggiornato dei principali eventi italiani ed internazionali relativi al  riuso dei dati pubblici: Eventi PSI
Ma per dare il via libero al progetto ‘Open Data’ occorre innanzitutto modificare ed armonizzare la  legge 241/90 (sui procedimenti amministrativi) e il d. lgs 196/2003 (legge sulla privacy).
Relativamente alla prima, occorre ad esempio che il cittadino, avendo l’ accesso ai dati,  non paghi poi un ente terzo per i diritti del  software proprietario su cui gira la procedura, ma al più solo la PA per i costi di fotocopie, ed altri costi simili (si fa presente che i dati amministrativi pubblici cui il cittadino ha diritto ad accedere sono un bene nazionale, creato con i soldi degli stessi cittadini, e quindi non debbono avere un costo).
Relativamente alla seconda, occorre tener conto che la privacy è un concetto in continua evoluzione,  e pertanto occorre di conseguenza modificare la normativa.

Il nuovo CAD (Codice Amministrazione Digitale), approvato su proposta del ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta,  dovrebbe avviare un processo che consentirà di avere entro i prossimi 3 anni (in coerenza quindi con il piano e-Gov 2012) un’amministrazione nuova, digitale e priva di burocrazia inutile.
Le prosssime scadenze dovrebbero essere le seguenti: entro 3 mesi le pubbliche amministrazioni utilizzeranno soltanto la Posta elettronica certificata (Pec) per tutte le comunicazioni che richiedono una ricevuta di consegna; entro 4 mesi individueranno un unico ufficio responsabile dell’attività di Ict; entro 12 mesi  saranno emanate le regole tecniche che consentiranno di dare piena validità alle copie digitali dei documenti informatici.
Il cittadino comunicherà una volta sola i propri dati alla PA centrale: sarà onere delle amministrazioni in possesso di tali dati assicurare, tramite convenzioni, l’accessibilità delle informazioni alle altre amministrazioni richiedenti.

Fare Sud.

Ritengo che gli argomenti trattati in questo articolo debbano essere impugnati e portati avanti con determinazione da tutti i cittadini italiani che hanno a cuore la loro dignità e centralità  e spirito di collabortazione e fiducia  nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Pur tuttavia, il problema assume per i cittadini italiani del Sud una connotazione ancora più  particolare e pregnante, derivante dalla diversa storia precedente, che affonda le sue radici nella ancora oggi non risolta questione meridionale. Di ciò parleremo a breve in un articolo a parte.

Riflessioni.

I cittadini hanno perso fiducia nello Stato e nei partiti, e i cittadini e i partiti sono ormai due mondi separati. Non c’è partecipazione, nè tantomeno collaborazione.

I casi del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, del  Ministro Claudio Scajola e del Responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso, tanto per citarne alcuni tra i più recenti, dimostrano che registi più o meno occulti possono tenere sotto schiaffo persone politiche, minando le basi del vivere democratico.
Allora, conviene che tutti i dati siano pubblici tranne quelli in relazione ai quali sussistano effettive esigenze di segreto, privacy o riservatezza.

La realizzazione di un ‘Governo Aperto’ nazionale e di un ‘dati.campania.it’ non deve essere il solito sogno ad occhi aperti.

Realizziamolo. Per il cittadino ci sarebbero immediati vantaggi pratici, come la diminuizione delle code agli sportelli, la diminuizione dei certificati da produrre e presentare, nonchè  una maggiore conoscenza del proprio contesto civile,  una maggiore  dignità personale, una maggiore fiducia nella Pubblica Amministrazione ed una maggiore collaborazione con essa.

Zeferino Siani

Link correlati:
La via italiana all’open data. Tra CAD, trasparenza e privacy
Verso l’open government che parla italiano?
Forum PA
Manifesto Amministrare 2.0

“Raw Data Now” – Tim Berners Lee

Tim Berners-Lee: The year open data went worldwide – Video YouTube

Dati aperti

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Lettera aperta al Partito democratico