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Ancora sulla mente umana.

gennaio 19, 2009

Ho riletto ‘Riflessioni sulla mente umana’, nella sezione ‘La panchina’ del mio sito,  ripubblicato poi con il titolo ‘La mente umana’ anche su questo blog.
L’ articolo  è una breve descrizione scientifica, a carattere divulgativo,  dell’ oggetto mente umana.

A distanza di tempo, rileggendolo, sono rimasto deluso: in definitiva, mi sembra un articolo  mal sviluppato.
Il difetto maggiore consiste nell’aver messo troppi argomenti sullo stesso piano. Anche se ho infilato nelle tre schede gli argomenti a carattere preminentemente scientifico, sta di fatto che li ho richiamati quasi tutti nel corso del colloquio, e solo alla fine si percepisce a mala pena ciò che intendevo sottolineare.

Mi ero proposto il seguente  filo logico degli argomenti, sviluppati rispettivamente nella prima, seconda e terza scheda, e visualizzabili ai seguenti indirizzi:

  1. la cellula umana
  2. il cervello umano
  3. la mente umana

Denominatore comune delle tre schede: l’intelligenza della Natura, nel funzionamento ed evoluzione di queste tre entità.

Le considerazioni di fondo presenti nel colloquio sono da una parte la constatazione che man mano che si passa dalle strutture semplici (cellula, neurone) a quelle più complesse (zone del cervello, cervello) cresce il grado di indefinizione, che raggiunge il suo massimo appunto nel mistero della mente umana, e dall’altra la necessità di parlare della nostra mente per quello che è, e non per le sue manifestazioni.

Relativamente a quest’ultimo punto, occorre un breve chiarimento.
Tutti conosciamo la grande influenza sul destino dei popoli  di personaggi di eccezionale levatura  come Alessandro Magno, Cesare Augusto e Napoleone, influenza riconducibile al comune denominatore della eccezionalità delle manifestazioni delle loro menti; ed in particolare, in momenti di grandi disordini sociali, le manifestazioni tragiche della mente collettiva del popolo, come nella Rivoluzione francese.
Inoltre, nel campo dell’Arte e della Poesia, tutti conosciamo la grandezza delle opere  nate dalle menti geniali di  personaggi come Dante,  Shakespeare, Dostojevski, Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Mozart,  e tanti altri, che hanno donato  all’umanità grandissimi capolavori, specchi magici della nostra anima, delle nostre passioni, dei nostri ideali …  della nostra mente, perchè in definitiva noi siamo, anzitutto e sopratutto,  la nostra mente.

Ciò che è  il nostro cervello è descritto nei trattati di Medicina, di Neurologia, e di tutte quelle branche relative a tale argomento.
Ora, i meccanismi che sono alla base del funzionamento del cervello sono tuttora per la maggior parte sconosciuti, per cui il cervello costituisce ancora oggi un mistero.
Inoltre, ancora non si sa se cervello e mente umana sono la stessa cosa; oppure (ed io sono per questa seconda ipotesi),  la mente umana è qualcosa che comprende il cervello ed ha estensioni al di là di esso (Sistema Nervoso Centrale); anzi,  se vogliamo tener conto di alcuni fenomeni paranormali e delle cosiddette percezioni extrasensoriali (PES), la mente umana potrebbe avere  anche estensioni al di là dello stesso corpo  in cui il cervello risiede.

Ma allora? Qual’è dunque il motivo principale dell’articolo?
Semplicemente questo: considerato che la Scienza non ha ancora sperimentalmente e scientificamente dimostrato, secondo i canoni galileiani, ciò che la mente è, un approccio più soddisfacente potrebbe essere quello di percepirne la potenza e la complessità mediante l’evocazione poetica.

A questo punto, il termine di paragone della mente umana  non poteva essere che l’ Universo.
La sola cosa che accomuna queste due entità è il loro mistero; per il resto, sono agli antipodi: complessa e piccola la mente, interminato e relativamente semplice l’Universo.
La mia scelta non poteva essere altrimenti: ‘L’ Infinito’, di Giacomo Leopardi.
Gli interminati spazi leopardiani definiscono poeticamente e scientificamente gli spazi dell’ Universo che oggi conosciamo: non  finiti, nè infiniti; … interminati, appunto!
Ma ancora più prodigiosa è la mente del Poeta che, percepito il mistero dell’Universo, rischia di restarne sopraffatta (‘ …ove per poco il cor non si spaura‘), ma poi, riconducendo quell’idea alla propria dimensione umana ( E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando), riesce a contenerla, e l’intelligenza poetica della sua mente  diventa parte dell’ intelligenza cosmica dell’Infinito (‘Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: ed il naufragar m’è dolce in questo mare’).

La mente del Poeta prodigiosamente è riuscita a contenere l’idea di un universo infinito, del quale essa stessa sente e accetta di essere parte.

Conclusione.
Ho ridefinito a me stesso gli ambiti dell’articolo, allo scopo di poterlo migliorare in  una possibile (ma non certa) riedizione.
Gradirei molto qualche consiglio.
Però, non chiedetemi perchè parlo di queste cose.
Io parlo anche di web, di Barak Obama, ma non toglietemi la libertà di esprimermi con i canoni dell’educazione della mia generazione (ho tre magnifici nipotini).
Anche se l’odierna filosofia ripudia di trattare di argomenti metafisici perchè irresolubili, il non trattarne affatto è ancora peggio: non ci fa sollevare gli occhi al cielo, sia esso considerato con la ‘c’  minuscola, o con quella maiuscola. E ciò, non ci arreca vantaggi, anzi…!